Microbiota: l’inquilino del piano di sotto

Tempo di lettura: 1’30”

La convivenza è sempre un tema delicato, soprattutto se l’inquilino del piano di sotto è particolarmente esigente. È il caso del microbiota umano (comunemente detto flora intestinale). Si tratta dell’insieme di microrganismi (batteri, virus, funghi, parassiti) che vivono in simbiosi con il corpo umano, popolando l’intestino crasso e non solo. Questa simbiosi apporta vantaggi sia al proprietario che all’ospite in un sistema di cooperazione perfettamente bilanciato.

Cosa succede quando questa convivenza non funziona più?

Si genera la disbiosi, ossia uno squilibrio nella tipologia e nella quantità di questi microorganismi, che provoca danni a livello di apparato digestivo (intossicazioni e infiammazioni), sistema nervoso (umore), apparato cardiovascolare (diabete e aterosclerosi), sistema immunitario (difese) ed endocrino-metabolico (asma, allergie, intolleranze). I fattori scatenanti della rottura dell’armonia condominiale possono essere:

  • uno stile di vita sregolato: dormire poco, mangiare non regolarmente, fumo, alcol, vita sedentaria;
  • una dieta sbilanciata: ricca di zuccheri semplici e grassi e povera di fibre vegetali;
  • vari fattori ambientali: fonte di stress.

Per garantire i rapporti di buon vicinato è dunque consigliabile evitare questi fattori critici e mantenere in ottima salute il microbiota, offrendogli quotidianamente probiotici (batteri vivi), e prebiotici, ossia il cibo di cui si nutrono i microrganismi (segale, avena, soia, kefir, aglio, cipolla, cicoria, ceci, inulina).

Tenere “buono” il microbiota è importante anche per controllare ansia, nervosismo e umore, perché la stretta interconnessione tra intestino e cervello rende l’equilibrio dell’uno collegato all’equilibrio dell’altro. Il Benessere e lo stato ottimale di salute del nostro inquilino sono quindi funzionali a garantire anche il nostro Benessere mentale ed emozionale.

 Laura Virtuoso