Un giorno di “gentilezza”

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Sabato 13 novembre è la Giornata mondiale della Gentilezza... Sembra piuttosto originale, in realtà è il riflesso di una situazione generalizzata di eclissi della gentilezza sia verso se stessi che verso gli altri. La cultura dell’individualismo ha sradicato il gene della gentilezza che portiamo naturalmente dentro di noi dalla nascita. Il risultato, essendo contro Natura, genera conflitti, stress, incomprensioni e malessere.

Come evidenzia Piero Ferrucci, filosofo e psicologo, oggi “la gentilezza non è un lusso, ma una necessità”. Riscoprire il vivere gentile e rivedere pensieri e comportamenti in chiave gentile è un’esigenza di Benessere, in termini di qualità e durata della vita. Sì, perché un atteggiamento gentile diffonde dentro di noi e tutto intorno sensazioni piacevoli, inducendo l’universo che ci circonda ad essere gentile nei nostri confronti. La gentilezza è molto contagiosa!

I benefici in termini di Benessere sono immediati: un gesto, una parola nutrono le emozioni positive che, a loro volta, aumentano la produzione di ossitocina (l’ormone della felicità). A livello mentale la gentilezza riduce stress e ansia, contribuendo ad innalzare la fiducia in noi stessi e l’autostima. Inoltre, contribuisce a migliorare le relazioni con il nostro io e con gli altri favorendo l’accoglienza, l’altruismo ed un clima disteso. Tutto ciò conduce ad un senso più elevato di interconnessione con i valori più profondi e lo scopo della nostra vita.

La gentilezza come necessità ha portato negli Anni ’80 un’associazione giapponese, il Kindness Movement, a stabilire un giorno dell’anno, affinché tutti fossero consapevoli dell’esigenza di recuperare la gentilezza. La giornata mondiale ha proprio l’obiettivo di indurre le persone a riflettere e a comportarsi conseguentemente in maniera gentile almeno per un giorno. L’auspicio è che questo giorno sia come il primo giorno di allenamento in funzione di un traguardo più grande e più duraturo. La gentilezza, se è vero che ne siamo dotati dalla nascita, può e deve essere allenata per poterne donare in maniera sempre più ampia e consapevole.

Nelle celebrazioni di questa giornata si sottolinea come sono i piccoli gesti, le singole parole, il tono di voce, quei semplici elementi che rafforzano le relazioni e generano Benessere per sé e per chi ci circonda. Parole semplici come “grazie”, “prego”, “scusa”, “per favore”, “buongiorno”, “benvenuto”, sono spesso scontate, ma il solo pronunciarle o sentirsele dire innesca delle reazioni emozionali positive.

Non è una giornata che cambia tutto, ma attirare l’attenzione mondiale sul tema, quantomeno spinge a delle considerazioni. Se poi lo sforzo di un giorno si prolunga nel tempo, le relazioni a tutti i livelli potrebbero giovarne per i successivi 364 giorni…

Essere gentili non costa niente, ma dà un gran valore a chi la riceve e anche a chi la dona. È un atteggiamento disinteressato, ma consapevole. Non chiede un tornaconto, ma lo ottiene naturalmente. Dà un senso di appagamento, tanto da essere definita da Marco Aurelio “la gioia dell’umanità”.

Iniziamo tutti insieme con la Giornata mondiale e contribuiamo a recuperare questa naturale propensione genetica arricchendo il nostro e l’altrui Benessere. Un atto di gentilezza, unito a tanti altri, può cambiare il mondo.

 “Nessun atto di gentilezza, per piccolo che sia, è mai sprecato” (Esopo)            


                                                                                                                                           Laura Virtuoso